#LEZIONEDICHITARRA

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Qualche tempo fa, il nostro docente Matteo Cona, in preparazione di uno dei live della Riverside, ci ha parlato della sua didattica attraverso un incalzante flusso di coscienza. Tecnica, ricerca del suono e di sè, determinazione, costanza, divertimento.

Buona lettura!

 

#LEZIONEDICHITARRA

di Matteo Cona

Ti devi divertire. Quando prendi la chitarra in mano, la prima cosa che devi fare è divertirti. Vedi qui sul quaderno? Ti ho scritto i compiti per la settimana prossima. Ti fai le scale a tre note per corda su tutto il manico, metti il metronomo a 80 e mi suoni diverse figure ritmiche e le alterni ogni battuta. Sembra di andare sulle montagne russe, sali e scendi a diverse velocità. Devi avere un bel suono, attento a come metti il plettro. Se quando studi tecnica il tuo suono non ti piace, non ti diverti! E allora che suoni a fare? Il suono che ti piace lo decidi tu. Vuoi assomigliare a B.B.King? Ti piacerebbe suonare come un violoncello?  Oppure hai in testa un suono che ti piace senza nessun riferimento? Ok allora cercalo, e poi suonaci le scale sopra. E’ dalle scale che nascono le melodie. E’ dalle melodie che nascono le emozioni.

Dicono che fare tecnica sia noioso. Dicono che sia persino inutile. Eppure fare qualcosa di estremamente ripetitivo ci permette di concentrarci su dettagli che di solito sono impercettibili, acuisce i nostri sensi e ci immerge in un vapore cangiante in cui ogni sfumatura di suono si diffonde di bagliore in bagliore.

Ne dicono tante di cose ma ti assicuro che se fai tecnica, poi saprai come esprimerti e come comunicare quello che hai dentro, quello che ti ha spinto a passare le serate con sei corde in mano invece che al pub con gli amici. Non esiste la tecnica calda, avvolgente o bella; né esiste quella fredda, asettica e brutta. Esiste la tecnica e quello che tu riesci a farne. A me piace tantissimo trovare pattern sulle scale maggiori sempre nuovi e ritmicamente interessanti e farli fino a quando non mi sbaglio , o finché non mi fanno immaginare nuova musica.

Se ci pensi è pazzesco… prima c’è il silenzio, il vuoto totale. Poi percuoti un pezzo di plastica fissato su un pezzo di legno, e c’è un suono. C’è qualcosa di vivo. Dura circa 3 secondi, e poi sparisce. Ripeti l’operazione, ed ecco di nuovo la magia. Il silenzio sparisce , quella sensazione di niente viene completamente riempita persino dal più esile dei suoni. Sulla chitarra come fai a fare un suono esile? Ecco! Esatto! Suoni l’ultimo tasto della prima corda, ti metti vicino al ponticello ed ecco qua un suono piccolo piccolo, ma che rispetto al silenzio di prima è totale. Può essere l’inizio della melodia più bella del mondo, o semplicemente parte di una piccola canzoncina che ti porterai in testa per tutta la vita perché magari mentre la studiavi hai vissuto un’esperienza indimenticabile. A me succede tanto sai, di associare delle canzoni o degli esercizi che studio a eventi e persone che mi sono capitate nella vita. Praticamente mi faccio la colonna sonora da solo. E mi diverto un mondo.

Ecco appunto, dicevamo che ti devi DI-VE-RTI-RE! Dai suoniamoci qualcosa, un blues? Un rock? Anzi no facciamo cosi. Diciamo una tonalità! Io mi metto al piano e tu alla chitarra. Diciamo una tonalità e ci suoniamo intorno liberamente, vediamo che succede. Però oh, devi sperimentare, devi osare , devi cercare , devi ripetere, devi capire. E ti devi divertire. Si ma lo so che a te piacciono i pezzi tristi. Ti piacciono le canzoni malinconiche… eh, benvenuto nel club! Anche a me piacciono tanto! Cioè, io mi diverto quando le suono capito. Mi fa stare bene.

Settimana prossima facciamo la prova con quell’allieva di canto per il concerto di primavera. Mi raccomando, ripassati bene la canzone. Prova a suonarla con l’originale, poi da sola, magari te la canticchi. Poi quando la proviamo insieme però non ti preoccupare troppo di errori e di come ti viene… ti deve piacere! Se fai cosi, stai sicuro che poi sarà tutto in discesa. L’ideale è raggiungere uno stato mentale in cui sei rilassato e concentrato allo stesso tempo. E non è che ci viene subito questo stato d’animo. Ci dobbiamo lavorare. Dobbiamo abituarci a stare concentrati e rilassati. E sai come lo facciamo noi? CON LA TECNICA! YU-HU! La tecnica non è una canzone , e quindi non abbiamo aspettative esageratamente puntuali sul grado di qualità della performance. Non dobbiamo essere uguali a Eric Clapton o a Tommy Emmanuel. Dobbiamo essere uguali all’immagine che noi vogliamo di noi stessi. Quindi possiamo andare piano piano e raggiungerci con i nostri tempi. Possiamo concentrarci in maniera rilassata. Vai prova. Si , così va bene. Stai andando bene. Non correre, non ce n’è bisogno. Metti bene le dita vicino ai tasti. Segui il metronomo, una nota ogni beat. Ok , ok, stai andando bene. Adesso mi sto zitto. Fammi sentire.

Bravo, avevi un bel suono. Fallo di nuovo

Ecco, lo senti come suona bene ora?