Didatticanto, intervista a Stefania Del Prete e Anna Maria Di Marco

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di Dora Sisti

“Forza! E’ tardi! Dobbiamo uscire!”

“Sono le 20.30! Il concerto non inizierà prima delle 22.00. Che fretta hai?”

#maritichehannosempredaridire

“Ho un appuntamento con Stefania Del Prete e Anna Maria Di Marco, parleremo di DidattiCanto, voglio scrivere un articolo per il blog della Riverside.”

Per molti dei miei colleghi cantanti e insegnanti, Stefania e Anna Maria, rappresentano un punto di riferimento importante, tutti noi o quasi, le abbiamo incrociate durante il nostro percorso di formazione, al Saint Louis, al Conservatorio, in seminari o lezioni private.

DidattiCanto è un laboratorio teorico-pratico per insegnanti di canto moderno, viene ospitato dalla Riverside Music School, siamo già a tre edizioni concluse. DIDATTICANTO 2020 invece si terrà nelle seguenti date: 18 e 19 gennaio, 1, 2, 8 e 9 febbraio.

“Arrivate, questo tavolo in disparte è perfetto, sediamoci qui, dove avevo appuntato le domande? Trovate! Dov’è il registratore? Eccolo! Acceso.” 

Come nasce l’idea di DidattiCanto?

Stefania Del Prete:

  “Insegnando da tanti anni, ci siamo trovate a dover rispondere a diversi dei nostri allievi più esperti che nel frattempo avevano intrapreso la strada dell’insegnamento: – se mi trovo in questa condizione, se ho un allievo con questa specifica problematica come posso agire? Qual è la strategia più efficace?- Il confronto con Annamaria ha condotto a un’organizzazione strutturata di queste domande e delle relative risposte.”

Anna Maria Di Marco:

“Proprio così…questi allievi che ci hanno seguiti per alcuni anni, vengono per fare lezione su loro stessi e mi tempestano di domande sull’insegnamento. In aggiunta a ciò,  negli ultimi 5\6 anni ognuno di noi ha trovato delle certezze tali da poterle condividere tra noi stesse e con gli altri. L’aspetto curioso sta nel fatto che siamo arrivate alle medesime conclusioni attraverso strade molto diverse.”

Quali sono dunque le tematiche previste negli incontri di DidattiCanto?

1) Incontro con i professionisti: foniatra e posturologo

 Stefania:

“Il nostro è un mestiere difficilissimo, una disciplina che ne raccoglie altre 20. Vi è sicuramente un aspetto relazionale importantissimo, è necessario inoltre essere in grado di rilevare possibili disfunzioni e anche di correggere elementi posturali che spessissimo condizionano l’emissione vocale. Per cui entrambe abbiamo ritenuto opportuno coinvolgere dei professionisti come la Dott.ssa Silvia Spinelli (foniatra) e il Dott. Marco Cappelletti. (posturologo).”

Anna Maria:

“Ovviamente durante le lezioni di canto individuali noi non abbiamo questi professionisti, è dunque utilissimo avere un’infarinatura da usare sempre in modo molto pratico, non scientifico-teorico, per intervenire su specifiche problematiche.”

2) Excursus sui diversi metodi di canto lirico

 Anna Maria:

“L’ideale è fare una didattica incentrata sul canto e sulla musica; oggi la neurologia ha rivelato tantissime connessioni tra la psicologia e l’utilizzo della voce e ha dimostrato che un’educazione musicale e vocale di per sé è terapeutica e curativa, un percorso fatto nella musica stessa. E cos’è poi la Musica? Melodia, ritmo, intonazione, fraseggio, interpretazione, questi elementi, sono già potentissimi! Ultimamente la didattica vocale l’ha un po’ dimenticato, avvicinandosi troppo alla scienza, ad un approccio scientifico. Faccio un esempio: a parità di altezza io posso “prendere una nota” coinvolgendo uno spettro armonico-risonanziale oppure un altro e questo influenzerà l’emissione. Partendo dagli studi che sono stati fatti ultimamente sulla voce, mi è sembrato che questo potesse spiegare il perché una didattica prescientifica, basata essenzialmente su fattori artistico-musicali era efficacissima per affrontare repertori estremamente virtuosistici. Allora com’è che quando non sapevano niente di voce cantavano tanto bene e poi hanno iniziato a saperne troppo e qualcosa si è spezzato? Avendo una grande passione per il canto lirico, nello specifico per il repertorio belcantistico settecentesco, propongo un excursus sui diversi metodi di canto lirico per dimostrare che anche lì è stato fatto molto danno, non solo per problemi di scienza usata male ma anche direi per incrostazioni estetiche. Visto che la nostra didattica moderna viene da quella, risulta molto utile. I principi vocali del Belcanto sono molto simili al pop. Naturalezza non nel senso di spontaneismo, ma naturalezza perseguita come un ideale di equilibrio di chiarezza e funzionalità, rispetto al canto lirico insegnato da docenti affondisti che rischiano di rovinare il suono.”

3) Excursus sui diversi metodi moderni

 Stefania:

“Io invece mi occupo dei metodi moderni: Estill Voicecraft, Vocal Power, Seth Riggs, CVT Sadoline, Linklater, Feldenkrais, Alexander. La mia competenza specifica è nell’Estill Voicecraft. Vengono visti in maniera critica, se ne valutano gli aspetti positivi e quelli meno convincenti, per innestare un confronto.

 La curiosità umana, ci ha condotto ad indagare quello che già accadeva, come ha fatto Jo Estill, cantante lirica, che è stata una pioniera in questo tipo d’indagine. La scienza è sicuramente utile per diversi aspetti, nell’affrontare suoni distorti ad esempio, o nel comprendere a fondo alcuni meccanismi, ma deve essere complementare alla ricerca estetica e musicale, un supporto, non una sostituzione.

4) Parte Pratica

  • Esercizi di tecnica
  • Lavoro sulla dizione: si parte dalla parola, pronuncia e articolazione sia in italiano che in inglese.
  • Lavoro sul rapporto educazione articolatoria\linguaggio ed atteggiamento degli organi che compongono l’organo fonatorio. Profonda ricostruzione di una consapevolezza articolatoria di fonemi universali e innati secondo le ultimissime ricerche neurolinguistiche, per cui se un fonema universale innato lo deformi dai degli input sbagliati agli organi fonatori.
  • Tirocinio finale: parte pratica con degli allievi

Come e quanto l’artista ha influenzato l’insegnante e viceversa?

Annamaria:

“Ho iniziato nell’UM (Università della Musica) dell’epoca a 29 anni, e mi sono persa artisticamente per bel periodo a causa di questo doppio ruolo perché non mi sentivo più libera di essere un’artista, di cantare, di sbagliare, di essere imperfetta. Tuttavia questa esperienza mi ha permesso di essere un’insegnante (e artista) migliore ora, quando questo percorso mi ha fatto capire che stavo approfondendo la scienza sbagliata, troppa foniatria, troppo meccanicismo. Ho iniziato a sperimentare un linguaggio psico-emotivo che effettivamente accendeva delle immediate reazioni vocali.”

Stefania:

“Per me è stato quasi il contrario, sono arrivata all’insegnamento dopo aver lavorato tanto, è più l’artista che ha condizionato l’insegnante. Non bisogna mai dimenticare che è un’attività dell’anima, a prescindere dal palco che solcherai, è importante essere autentici e dunque credibili. Cercare il proprio essere.”

Che dire? Resterei ad ascoltarle per ore…Stefania e Annamaria grazie per questa intervista, per la vostra passione e per la vostra professionalità. E ora…godiamoci il concerto!

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