La prima volta in studio

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Tra i privilegi dell’essere un’insegnante di canto c’è la possibilità di assistere e partecipare a percorsi di crescita che alcune volte appaiono straordinari. Chiara e Sophie frequentavano le elementari quando hanno iniziato a seguire i nostri corsi. Chiara si è innamorata della chitarra classica mentre Sophie iniziava le lezioni di canto e pianoforte. Dopo poco anche Chiara ha intrapreso il percorso di canto e, conoscendo Sophie, è nata un’amicizia speciale nella quale la musica rappresenta l’ingrediente in più.

Non scorderò mai il regalo che mi fecero durante l’ultimo concerto di Natale… Senza dirmi nulla avevano preparato Say Something di A Great Big World e Christina Aguilera: avevano tirato giù gli accordi, le armonizzazioni, deciso la struttura e la tonalità. Salirono sul palco e me la dedicarono in un’esibizione da brividi. Ero orgogliosa e commossa. Feeling, interpretazione, timbro, intonazione ma soprattutto AUTONOMIA. La loro relazione con la musica non aveva più necessità di filtri o mediazioni,  era ormai diretta.

Poco dopo Sophie ci disse che l’estate a venire si sarebbe trasferita a Vienna per proseguire gli studi ma le sarebbe piaciuto, prima di partire, registrare qualcosa con Chiara. Ed ecco l’idea di Man in the Mirror, anche questa scelta ed arrangiata da loro.

La prima volta in studio

di Chiara Galeazzi e Sophie Arena

Il giorno in cui siamo andate a registrare il brano nel CuboRosso Recording³, per noi è stato un giorno molto speciale, abbiamo avuto la possibilità di immergerci nel magico mondo della registrazione incidendo un brano su cui  avevamo lavorato  per mesi.

E’ molto diverso preparare una esibizione dal vivo rispetto a una performance in studio. Nel live hai una sola possibilità ma ci sono componenti, come la relazione con il pubblico, che nello studio mancano. Certo possiamo modificare e personalizzare secondo i nostri gusti, avere più take tra cui scegliere, e  questo rende il video e la canzone molto più personale. Ma allo stesso tempo dopo poco ci si stanca, si perde la concentrazione, per cui è importante prepararsi per far si che in poche take “si porti a casa il lavoro”, come dice Dora. In questo la preparazione a scuola è stata importante. Nello studio abbiamo imparato molto, capendo come si taglia una canzone (editing), come si equilibrano i volumi (missaggio) e come si ottimizzano (mastering). Concordiamo sul fatto che sia stata una delle esperienze più belle.

Riguardo alla scelta del brano, lo abbiamo scelto da sole, ovviamente prendendo in considerazione soltanto canzoni fattibili. Abbiamo cercato di rendere Man in the mirror di Michael Jackson il più toccante possibile, inserendo armonizzazioni che poi Dora ha supervisionato, e suddividendo le strofe in modo tale che nessuna di noi due cantasse meno.

Il nostro percorso nella Riverside Music School è cominciato quattro anni fa, prendendo parallelamente lezioni di canto e di uno strumento (pianoforte e chitarra). Personalmente abbiamo notato un grande miglioramento al livello di teoria musicale e intonazione, ma anche al livello di personalizzazione della canzone e sicurezza sul palcoscenico. Per me, Sophie, la registrazione della canzone ha significato molto visto il mio trasferimento a Vienna. Penso sia stato un ottimo modo per concludere il mio sviluppo musicale svolto a Roma, ma soprattutto un modo speciale per salutarci e dirci “alla prossima registrazione!”.